Parodontite e malattie sistemiche
Dati derivanti da studi clinici controllati hanno messo in evidenza un miglioramento dell'infiammazione sistemica dopo terapia parodontale non chirurgica. Questo suggerisce che la parodontite possa aumentare il carico infiammatorio sistemico contribuendo alla patogenesi di malattie infiammatorie croniche quali, ad esempio, l'aterosclerosi.
Correlazione parodontite-malattie sistemiche: come avviene
I batteri patogeni che causano la parodontite sono in grado di
- 1. penetrare all'interno dei tessuti gengivali e da lì entrare nel circolo ematico; e/o
- 2. produrre una intensa risposta infiammatoria locale con riflessi sistemici.
Numerosi studi dimostrano che chi soffre di parodontite ha valori di granulociti neutrofili circolanti e parametri infiammatori sistemici (come la proteina C reattiva) elevati rispetto alle persone sane. In particolare, quest'ultimo parametro è un ottimo predittore per lo sviluppo di malattie ischemiche, aterosclerosi ed imperfetto controllo metabolico del diabete.
La parodontite è un'infezione cronica che causa una risposta infiammatoria. Se non trattata è la prima causa di perdita di denti nell'adulto e quindi fonte di grave handicap e di importante deficit funzionale. Nell'etiopatogenesi della parodontite si attribuisce grande importanza non solo agli stili di vita non corretti, come fumo e cattive abitudini di igiene orale, ma anche ad altri fattori, come la suscettibilità individuale su base genetica e la presenza di patologie sistemiche che possono accentuare gli effetti destruentispecifici. Nella parodontite, il normale equilibrio tra l'azione della placca batterica dentale e le difese immunitarie è alterato e porta ad un'imperfetta regolazione della risposta infiammatoria con conseguente aumento della distruzione del parodonto marginale.
Parodontite e malattie cardiovascolari
Studi epidemiologici hanno messo in evidenza una relazione tra parodontite, infarto miocardico ictus e mortalità. La perdita di un elevato numero di denti e la distruzione ossea rilevabile nel paziente affetto da parodontite grave, sono associate infatti ad una aumentata prevalenza di placche ateromatosecarotidee. Nei pazienti con patologie infiammatorie del cavo orale, è stato osservato, inoltre, un aumento del rischio di infarto miocardico e di aterosclerosi. Studi clinici controllati indicano che il trattamento della parodontite migliora la funzione dell'endotelio.
Correlazione parodontite-malattie cardiovascolari: come avviene
L'associazione tra parodontite e malattie cardiovascolari si può spiegare attraverso il ruolo negativo esercitato dall'infiammazione sistemica sul processo di aterosclerosi e/o sulla destabilizzazione delle placche ateromasichee/o sulla ipercoagulabilità. L'origine del fenomeno potrebbe essere attribuita al passaggio di batteri dal cavo orale all'apparato cardiocircolatorio, con conseguenti gravi danni all'endotelio quando venga raggiunto il sistema vascolare coronarico. Alcuni markerinfiammatori, come la proteina C reattiva, sono elevati sia nei pazienti con parodontite che in pazienti affetti da infarto del miocardio. Altri studi evidenziano che la correlazione parodontite-malattie cardiovascolari potrebbe essere dovuta ad una risposta autoimmunitaria causata dall'elevata somiglianza tra alcuni peptidi antigeni di origine batterica, come le proteine HSP, e le proteine umane. Le proteine HSP sono espresse sulle membrane batteriche e possono aumentare la risposta immunitaria innata con la produzione di alti livelli di anticorpi cross-reattivi e cellule T-helper autoaggressive. Le cellule endoteliali che possono presentare HSP in risposta a diversi stimoli, diventano più sensibili alla lisi cellulare indotta da anticorpi anti-HSP, con conseguente danno tissutale.
Parodontite e diabete
Il soggetto diabetico ha un rischio maggiore di ammalare di gengivite e di parodontite. La parodontite grave potrebbe influenzare negativamente il controllo glicemico.
Correlazione parodontite-diabete: come avviene
I soggetti diabetici, in particolare quelli con un controllo glicemico non accurato, soffrono di gengivite e parodontite più frequentemente e con aspetti clinici di maggiore gravità rispetto ai soggetti non diabetici. Tale associazione è così frequente che alcuni ricercatori hanno definito la parodontitecome "la sesta complicanza del diabete". Non è perfettamente chiarito cosa stia alla base di questo fenomeno al di là dell'alterata risposta infiammatoria di frequente riscontro nei diabetici. Recentemente è stato ipotizzato che l'associazione diabete-parodontite sia di tipo bidirezionale e che il controllo dei biofilmorali e dei fattori infiammatori ad essi correlati possa contribuire a migliorare il livello di controllo glicemico: alcune citochineproinfiammatorie prodotte nei siti colpiti da parodontite, quali IL-6 e TNF-alfa, favorirebbero infatti lo sviluppo di meccanismi di insulino-resistenza.
Parodontite e complicanze ostetriche
Le malattie parodontali sono associate ad un aumentato rischio di nascita di bambini prematuri e/o sottopeso. Oggi, infatti, sappiamo che alcuni processi infiammatori acuti della madre, anche localizzati lontano dal tratto genito-urinario, possono svolgere un ruolo non secondario nella comparsa di alterazioni patologiche della gravidanza.
Correlazione parodontite-complicanze ostetriche: come avviene
Da un punto di vista etiopatogenetico, la correlazione tra parodontite ed eventi negativi associati alla gravidanza è supportata da 2 ipotesi sperimentali. La prima si basa sulla possibilità che le donne con parodontitesiano soggette a frequenti batteriemie. I batteri attivano una cascata di processi infiammatori a livello della placenta e del feto, con rischio di parto pre-terminee/o nascita di bambini sottopeso. La seconda ipotesi si basa sul fatto che le parodontiti sono in grado di causare un aumento generalizzato delle citochine, sostanze ad attività pro-infiammatoria che provocano alterazioni a carico della placenta e del feto. Tra queste, sono rilevanti il ridotto incremento del peso corporeo del nascituro e lo sviluppo di contrazioni uterine premature, con rischio di parto pre-terminee/o di nascita di bambini sottopeso.